
Linguaggi trasversali, spiazzanti. Figure che sembrano fin ovvie, eppure con la loro presenza amplificano la forza della riflessione sul significato di quel che spesso viene dato per scontato. E la parola, “desiderio”, che apre a infinite interpretazioni, dalle più sensoriali alle più intellettuali – la “mancanza” (dal latino de sidera, “condizione in cui sono assenti le stelle”) che faceva sospirare gli antichi marinai nelle notti buie e senza riferimenti celesti, e che spinge a guardare dentro di noi, ma anche ad abbracciare gli altri.
All’ultima edizione di Arte Fiera, l’evento artistico bolognese di richiamo internazionale che ha celebrato la sua cinquantunesima edizione il 6-9 febbraio scorsi, lo spazio del desiderio si è concentrato plasticamente nello stand all’interno della sezione “Percorso”, dedicata al tema della “comunità”, realizzato da do ut do in collaborazione con Galleria Spazio C21. Due gli artisti figurativi protagonisti, iconici, critici, entrambi militanti e ispirati dal rapporto con i temi sociali del loro tempo: lo street artist spagnolo Escif (Valencia, 1980) e l’artista italiana MP5 (nata a Napoli nel 1984), molto attiva nel panorama underground europeo.
L’evento bolognese ha dato avvio a un 2025 ricco di appuntamenti e di occasioni per do ut do, con un progetto espositivo diffuso che ha coinvolto diverse sedi della città di Bologna e ha avuto come protagoniste le opere di Oscar Piattella, Geraldina Khatchikian e l’eclettica creatività di Nino Migliori: tante occasioni per conoscere il valore (e la potenza creativa) di questa iniziativa artistico-culturale avviata nel 2012 con lo scopo di sostenere la Fondazione Hospice Seràgnoli (scopri qui i temi, gli artisti e le iniziative di do ut do).