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L’Arca sull’Albero è l’Hospice Pediatrico finanziato dalla Fondazione Hospice MariaTeresa Chiantore Seràgnoli, progettato dall’architetto Renzo Piano e dal suo studio, Renzo Piano Building Workshop (RPBW), che sorge tra i comuni di Bologna e di San Lazzaro di Savena nel mezzo di un bosco di robinie di 16.000 metri quadrati.
L’edificio, presentato a metà giugno, si solleva dal terreno come – ha spiegato l’architetto – un’arca sull’albero dove trovare sollievo avvolti dalla magia e dalla bellezza naturale di un bosco.
“Umanamente, è stata la sfida più difficile che abbiamo mai intrapreso”, ha detto dopo aver abbracciato con lo sguardo e aver percorso in un silenzio emozionato il perimetro della struttura. La sfida dell’Arca sull’Albero nasce da un’idea di servizio, la volontà di realizzare una struttura – è l’ottava in Italia, a fronte di un bisogno crescente di cure palliative pediatriche – che potesse accogliere, in regime di degenza e di day hospice, i piccoli pazienti e le loro famiglie, oltre che essere il Centro di Riferimento Regionale per l’erogazione dei servizi di Cure Palliative Pediatriche della Regione Emilia-Romagna.
La struttura, unica e innovativa nel panorama nazionale, lavora in piena sinergia con i nodi assistenziali della Rete: si rivolgerà a pazienti da 0 a 18 anni con patologie inguaribili e con significativa complessità clinica, a cui si sommano bisogni spirituali, sociali, famigliari, relazionali e il rischio di decesso precoce.
“La prima volta che siamo venuti qui a vedere il luogo, c’era questo bosco. Subito ha preso corpo l’immagine della casa sull’albero. Tutti i bambini sognano di stare in una casa sull’albero. E a partire da questa fantasia da bambino abbiamo iniziato a pensare, a disegnare. L’architettura non è solo l’arte di rispondere ai bisogni, ma anche ai desideri, persino ai sogni. L’Hospice Pediatrico offrirà ai suoi piccoli ospiti proprio questo: un sogno in cui poter vivere”.
La struttura, che copre una superficie complessiva di 8.350 mq e risponde a funzionalità avanzatissime, è progettata secondo i più alti standard di sostenibilità. La presenza del bosco di alberi e delle diverse specie vegetali, ideate e allestite con sapienza dall’architetto paesaggista Paolo Pejrone, costituiscono un importante vantaggio anche per mitigare le temperature. In termini di risparmio energetico, inoltre, è stato realizzato un impianto fotovoltaico sulla copertura dei volumi principali, tale da soddisfare un terzo del consumo annuo stimato per l’intero complesso che ha ottenuto la certificazione LEED PLATINUM per il set di caratteristiche di sostenibilità con cui l’immobile è costruito.
L’Arca sull’Albero – il nome e il logo della struttura sono nati dalla creatività di Francesco Tullio Altan –, a regime, sarà una struttura di ricovero in grado di offrire accoglienza e sollievo al minore e alla famiglia per situazioni cliniche e sociali complesse, rappresentando, al contempo, il punto di riferimento specialistico per tutti gli aspetti che riguardano il supporto psicologico ai pazienti in presa in carico continuativa. L’edificio si sviluppa su quattro piani e in più sezioni, connesse da leggeri collegamenti aerei al corpo centrale principale.
Due satelliti sul lato sud ospitano otto alloggi destinati ad accogliere le famiglie dei pazienti, mentre sul lato opposto sono state previste due strutture dal carattere più intimo e meditativo: una spazio/cappella di raccoglimento e una terrazza affacciata sulla valletta del Savena, collegata al luogo del commiato.
Come ha spiegato Isabella Seràgnoli, “l’Hospice Pediatrico rappresenta in modo concreto il concetto di cura, meglio descritta dal termine inglese care, il prendersi cura, l’aver cura.
Il modello organizzativo e valoriale dell’Arca sull’Albero, già applicato nei progetti sanitari delle nostre fondazioni non profit, consiste in un’offerta di assistenza qualificata dove la dignità del paziente, il prendersene cura, è parte integrante e fondante del processo terapeutico. La cura è infatti il farsi carico, il rispondere per gli altri al fine del loro bene, la cura è l’agire dell’essere umano con l’intenzionalità primaria di fare il bene dell’Altro.
Nel caso delle cure palliative, ad esempio, la cura del dolore non è solo cura del dolore fisico, ma anche del dolore psicologico, ed è attenzione alla situazione della persona e della sua famiglia. Ecco allora un luogo aperto e permeabile, una casa dove relazioni sociali e affettività non vengono meno e in cui fare esperienza di bellezza che rende il luogo migliore di quanto sia la realtà che si sta vivendo”.