Formazione, Incontri

Virtuale, ma reale

In poche settimane, l’intera didattica di ASMEPA è dovuta migrare su una piattaforma digitale cercando di conservare quanto più possibile le qualità di interazione e scambio che costituiscono il grande valore aggiunto del Campus

Il periodo, febbraio 2020, era da “motori avanti tutta”: l’attività dell’Accademia procedeva a pieno regime, le lezioni dei Master occupavano praticamente tutti i weekend, tra corsi che entravano nel secondo anno, il Master in Cure Palliative Pediatriche iniziato a novembre con 50 studenti e lezioni in partenza proprio in quelle settimane… «Quando tutto si è improvvisamente fermato con il primo lockdown, la situazione ci sembrava surreale». Il contatto, la condivisione, il networking, un lavoro d’aula che favorisce lo scambio e la collaborazione, ma anche un concetto di Campus pensato per incentivare momenti di confronto informale costituiscono il mix vincente che negli anni ha reso l’Accademia delle Scienze di Medicina Palliativa (ASMEPA), braccio formativo della Fondazione Hospice Seràgnoli, un punto di riferimento avanzato per discenti – e per uno staff di docenti – provenienti da tutta Italia. Un punto di incontro di idee e competenze.

È naturale che l’improvviso stop a questa vivacità umana e culturale abbia generato, in principio, quello spaesamento che si avverte ancora oggi nelle parole di Maria Iadarola, Coordinatrice didattica della formazione in Cure Palliative Pediatriche. «Va considerato che i nostri studenti, e buona parte dei docenti, sono professionisti sanitari che sono stati travolti dal caos e dai doppi, tripli turni con i quali le strutture sanitarie e le reti territoriali hanno dovuto per mesi far fronte all’emergenza» spiega.

Mentre studenti e professori si trovavano “sul campo” a gestire ricoveri, affollamenti di Pronto Soccorso e assalti ai centralini delle Asl e della medicina del territorio, in ASMEPA si lavorava a pieno ritmo – se pur ovviamente da remoto – per comprendere «come tradurre in modalità virtuale il cuore dell’esperienza formativa dell’Accademia, che non è solo un trasferimento di concetti. Era questo aspetto che cercavamo appunto di valutare approfondendo le potenzialità delle piattaforme per la didattica a distanza», racconta Jenny Bertaccini, Coordinatrice didattica della formazione in Cure Palliative dell’Adulto. Una formula, quella della didattica a distanza, con la quale ormai tutti abbiamo familiarizzato, ma che fino a dieci mesi fa costituiva una novità. «Abbiamo trovato un ottimo strumento nella piattaforma scelta per la didattica a distanza; lo staff ha seguito tutorial per apprenderne le funzionalità, siamo stati accompagnati nella scoperta e valutazione di tutti gli strumenti – così come dei limiti – e in un mese abbiamo ridisegnato insieme ai nostri docenti le modalità della proposta formativa, cercando di conservare quanto più possibile le qualità che distinguono l’attività in presenza di ASMEPA. In particolare, quel clima di interazione che si vive quotidianamente in aula», sottolinea Bertaccini.

Realizzato questo set-up tecnologico, si è lavorato all’aspetto più delicato. Si è partiti, insieme ai docenti, rimodulando parzialmente la modalità didattica: «Operando da remoto è difficile gestire lezioni frontali da novanta minuti/due ore: è faticoso per chi è collegato ed è straniante per i docenti, che si trovano a parlare per tanto tempo a una serie di “bollini” sullo schermo», spiega Iadarola. «Abbiamo quindi rivisto la durata degli interventi, portandoli a slot di venti/ trenta minuti e cercando di offrire più occasioni di interazione tra studenti e docenti e tra gli stessi studenti».

Si è così mantenuto, rafforzandolo, il modello binario che affianca alle lezioni in plenaria il lavoro su temi mira- ti di sottogruppi di studenti.

D’altro lato, racconta Bertaccini, «abbiamo irrobustito le nostre modalità di contatto con gli studenti: anche solo attraverso una telefonata, è diventato praticamente quotidiano. Si è sviluppato uno spirito di gruppo più forte, una voglia comune di non arrendersi, di andare avanti e di farlo insieme».

Si ragiona già su un dopo? Quale sarà la nuova normalità? «Quel che è certo, è che l’attività in presenza nel Campus resta “La” modalità per esprimere appieno le potenzialità di ASMEPA, è una sorta di “diritto inalienabile” per i nostri studenti», dicono quasi all’unisono le due coordinatrici. «L’esperienza della didattica a distanza ci ha aperti però a strumenti che continueranno a essere utili anche in futuro: la possibilità di non perdere la continuità didattica per gli studenti che, per vari motivi, non potranno seguire in presenza qualche lezione, ad esempio. Ma anche la possibilità di avere un archivio multimediale delle lezioni effettuate, che ogni studente potrà rivivere poi a casa per approfondire o tornare su certi concetti. Pur in un periodo così complesso e drammatico siamo riusciti a costruire un “valore aggiunto” utile per tutti».

Lo studente

Una piattaforma efficace. In attesa di un caffé…

Andrea Maurizzi,
Medico di Medicina Generale, Master Universitario in Alta Formazione e Qualificazione in Cure Palliative

«Ho fatto in tempo a partecipare al primo incontro conoscitivo a inizio gennaio, poi… tutta l’attività è stata svolta da remoto. La piattaforma, per come è stata impostata, è molto valida dal punto di vista della didattica e direi che si sta svolgendo tutto nel migliore dei modi, sia le lezioni frontali che i lavori di gruppo. Esistono poi alcuni tool, per esempio la chat che è sempre attiva “in parallelo” alla lezione, molto utili per dare l’opportunità di interagire in maniera sincrona sia con i docenti sia con la classe. Forse, addirittura, il fatto di essere da remoto consente anche a chi è più timido di interagire maggiormente, di far sentire la sua voce. Certo, anche se non l’ho mai vissuto direttamente, sento che manca tutto quell’aspetto umano che è fondamentale in un percorso di apprendimento. La chiacchierata davanti a un caffè, due passi parlando del più e del meno con colleghi che vengono da altre parti d’Italia e portano le loro esperienze… tutto questo è irriproducibile in digitale. Speriamo di poterlo vivere presto, di non perdere queste opportunità di crescita non codificabili, ma che spesso fanno la differenza».

Il docente

Anche il nostro ruolo è stato rimesso in gioco

Alessandro Valle,
Docente Master Universitario in Alta Formazione e Qualificazione in Cure Palliative

«Il docente non è un soggetto monolitico che entra in classe, fa la sua lezione, e poi se ne va. O, almeno, in ASMEPA non è proprio così. Senza dubbio, la modalità virtuale che l’Accademia ha messo in campo in questo periodo rappresenta la migliore soluzione possibile, perché consente di esplorare e offrire le opzioni didattiche più efficaci, anche in termini di personalizzazione. In qualità di docente, ho in parte modificato il mio approccio alla lezione e alla classe: ho ridotto i tempi dell’intervento frontale e aumentato i momenti di condivisione, gli “intervalli”, per dare la possibilità di raccogliere domande e riflessioni. Questo in una logica di condivisione delle informazioni che deve essere l’elemento specifico degli strumenti digitali».

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