Formazione

Con lo sguardo aperto sul mondo

«Decidere di iniziare un’esperienza come quella londinese per chi, come me, non è più un medico all’inizio della propria carriera, né tantomeno una ragazzina, è stata una decisione sicuramente “di pancia. L’idea di confrontarsi con una realtà con la storia e la struttura del GOSH nell’ambito delle Cure Palliative Pediatriche era troppo stimolante. Non si poteva dire di no”.

A distanza di qualche mese dalla scelta di intraprendere un periodo di tirocinio presso il Servizio “The Louis Dundas Centre for Oncology Outreach and Palliative Care” del Great Ormond Street Hospital (GOSH) di Londra, nella voce di Simona Italiano, Medico Anestesista, riemergono tutta l’energia e l’entusiasmo del momento in cui ha deciso di proiettarsi all’interno di una delle eccellenze mondiali nell’ambito delle Cure Palliative. Toni che ritornano anche nel racconto di Lucia Longo, Terapista della Neuropsicomotricità dell’età evolutiva, stesso entusiasmo e stessa scelta. Simona e Lucia hanno colto l’opportunità del tirocinio durante i Master di I e II livello di Cure Palliative Pediatriche organizzati da ASMEPA in collaborazione con l’Università di Bologna, che grazie all’ampio network di relazioni con importanti realtà internazionali di cura e ricerca instaurate dalla Fondazione consente ai propri discenti di allargare i propri orizzonti. Il tirocinio di Simona e Lucia è durato due settimane, durante le quali hanno vissuto l’intensa routine delle équipe di cura del Great Ormond Street Hospital: i briefing, la relazione con i pazienti, i colloqui, le tecniche di intervento nella terapia del dolore e la conoscenza dei protocolli che sovrintendono a tutte le attività. «Due settimane in cui ho davvero imparato tanto», testimonia Simona,

«ho approfondito un metodo di lavoro basato sul confronto continuo, ho visto come le barriere culturali e linguistiche in un mondo multietnico siano superate, e come la differenza sia considerata parte imprescindibile dell’essere di qualcuno. Ho soprattutto imparato che sono le buone persone a fare la buona medicina».

Per Lucia, nelle giornate vissute sempre con attenzione piena, per cogliere ogni particolare e sfumatura, l’apprendimento più significativo è consistito nel «vivere quotidianamente un approccio olistico e integrato alla cura del bambino e della sua famiglia. Ho potuto osservare la sinergia e la collaborazione tra professionisti di diverse discipline mediche e paramediche che lavorano con un obiettivo comune: migliorare la qualità di vita del piccolo paziente e fornire il massimo supporto ai suoi cari. L’enfasi posta sulla comunicazione interpersonale, sulla comprensione delle esigenze individuali e sul coinvolgimento attivo delle famiglie nel percorso terapeutico è stata un’esperienza illuminante. Ho appreso l’importanza di ascoltare attentamente le necessità dei pazienti e delle loro famiglie, adattando il trattamento alle loro specifiche esigenze e sviluppando una relazione di fiducia reciproca. Un approccio centrato sulla persona e non solo sulla malattia che mi ha arricchita come professionista».

Infine, Simona sottolinea una nota importante, inquadrando bene il senso di esperienze di questo tipo:

«Se si entra in una di queste grandi istituzioni per “esportare” un modello di cura si rischia di fallire. Non può essere questo l’obiettivo. Il cuore dell’apprendimento sta nella cultura che si assorbe lavorando in queste realtà: le Cure Palliative rappresentano il futuro – anzi, ormai il presente – di una medicina in cui i tecnicismi non bastano più. Non sono una “competenza dei palliativisti”, ma un tipo di approccio ai pazienti complessi che deve diventare patrimonio di tutti coloro che operano nel mondo della cura».

Le tirocinanti

Simona Italiano

Medico anestesista a Torino

Lucia Longo

Terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva a Torino

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